La schiena e la sua salute
“Qualsiasi stato morboso che possa essere posto in rapporto causale con lo svolgimento di una qualsiasi attività lavorativa”, con queste poche parole possiamo definire in modo generico la malattia professionale. Entrando più nello specifico, in questo articolo parleremo dei disturbi muscolo-scheletrici che riguardano la schiena, una delle parti del corpo più a rischio per quel tipo di lavoratori che sono costantemente a contatto con i carichi e la loro movimentazione.
Questa tipologia di disturbi sembra essere la causa principale delle assenze per malattia dai posti di lavoro. Ovviamente stiamo parlando di operai, magazzinieri, trasportatori e tutte quelle persone che per 8 ore al giorno tirano, spingono e alzano pesi di varie forme e dimensioni.
La schiena e i disturbi del rachide
Quando sentiamo la parola rachide, visualizziamo subito nella nostra mente la colonna vertebrale, i nervi e la muscolatura che la sorreggono e proteggono. Ma quali sono le patologie che possono insorgere in questa area compresa fra nuca e fascia pelvica? Sono principalmente tre, ovvero:
• La curvatura della colonna vertebrale nelle sue differenti forme come scoliosi, dorso piatto, lordosi e cifosi;
• L’artrosi (becchi artrosici) che si paventa come dolore localizzato su una ristretta zona della colonna vertebrale, è causata dalla formazione di piccole protuberanze ossee che, nelle azioni quotidiane di movimento, vanno a premere su un nervo innescando la spiacevole sensazione dannosa simile ad una puntura. A questa si legano formicolii alle dita o indebolimento delle mani, anche se non in tutti i casi;
• L’ernia al disco, che si manifesta quando la parte centrale del disco intervertebrale esce dalla parte esterna dello stesso, andando a comprimere il nervo più vicino e causando un dolore acuto e continuo;
• Ultimo e più fastidioso abbiamo il colpo della strega che, in ambito medico, si definisce lombalgia acuta. Questa insorge in conseguenza a errati o scomposti movimenti dei muscoli della schiena.
Le cause scatenanti di disturbi alla schiena in ambito lavorativo
Per affrontare questo argomento è giusto fare una breve premessa a titolo informativo; alcune patologie come lordosi e scoliosi sono congenite e quindi non hanno direttamente a che fare con il lavoro. Tuttavia, la mancata correzione di suddetti disturbi, può facilitare l’incombere di infortuni dovuti allo sforzo sul posto di lavoro.
Tornando alle effettive cause foriere di infortunio al rachide nella sfera lavorativa abbiamo il sollevamento di pesi con errata o prolungata torsione del busto, tutte le azioni correlate alla movimentazione di carichi con caratteristiche ergonomiche più o meno favorevoli (trazione, spinta, deposito, sollevamento…), postura di lavoro invariata nel tempo -che sia da seduti o in piedi- e, per finire, l’infortunio causato da incidente e quindi investimento, caduta, schiacciamento e spinta eccessiva.
In conclusione: “meglio prevenire che curare!”
Affidandosi a questo antico modo di dire partono i presupposti per una serie di consigli utili ad evitare debilitanti problematiche fisiche. Specificatamente al settore della movimentazione dei carichi, la prevenzione parte ancora prima di interagire con il peso, ovvero dalla valutazione delle caratteristiche dell’oggetto da spostare. Ad esempio, bisogna capire se quest’ultimo sia troppo pesante, se la sua forma si presti ad essere afferrata e il suo contenuto sia fermo o in possibilità di movimento. É necessario in oltre tener conto della postazione da cui l’operatore lo va a prendere, l’ambiente che lo circonda e gli oggetti che possono insidiare la buona riuscita dell’operazione.
Nel momento di interfacciarsi con il carico invece, è opportuno considerare quale sarà lo sforzo fisico richiesto; sarà eccessivo? Sarà esteso ad un arco di tempo ragionevole? Il lavoratore si confronta con il peso a partire da una posizione stabile o instabile? La salute della schiena come quella generale, parte sempre dal lavoratore che, ponendosi un giusto criterio di valutazione, può prevenire una buona parte dei danni a sé, ai luoghi di lavoro e all’ambiente.