Regole e responsabilità per chi è alla guida di carrelli elevatori

Quando entriamo nel reparto produttivo magazzino annesso- di una qualsiasi azienda italiana o straniera, i nostri sensi ricevono subito due stimoli esterni fortissimi: il costante odore dei materiali lavorati e i persistenti rumori creati dalle macchine a pieno regime di funzionamento sommati a quelli  dei carrelli elevatori che lavorano senza sosta.

 

In questo articolo vedremo in breve quali sono i requisiti necessari per operare con un carrello elevatore e apparecchiature simili, impiegate nella movimentazione industriale. La figura professionale direttamente interessata a questo regolamento, è quella del carrellista che, mediante preventiva formazione e finale esami nazione, viene selezionato e conseguentemente abilitato all’utilizzo delle apparecchiature citate in precedenza. L’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 è la più recente serie di norme attualmente in vigore sul territorio italiano, che regolamenta l’addestramento e la selezione dei “mulettisti”.
Partendo dalla premessa che ogni provetto carrellista delle essere responsabile di se stesso, dei colleghi e del luogo in cui lavora, ci sono delle precise caratteristiche e qualità a cui non può fare a meno:

  • Deve aver compiuto i 18 anni di età
  • Deve essere idoneo all’attività dal punto di vista medico (monitoraggio costante mediante screening periodici)Deve ricevere l’autorizzazione ad operare con i mezzi, direttamente dal titolare dell’azienda in cui è assunto
  • Deve essere in possesso dell’abilitazione specifica e conoscere le norme di sicurezza relative all’uso dei carrelli
  • Non deve mai essere avaro in prudenza
  • Deve essere sempre in grado di valutare al meglio le distanze e gli spazi; l’ingombro, il peso e le dimensioni del carico
  • Il suo temperamento deve essere calmo e riflessivo
  • Ultimo ma non meno importante, deve dimostrare ed esercitare un grande senso di responsabilità.

Un particolare riferimento va fatto alle condizioni di salute del carrellista a cui viene valutata acutezza del campo visivo, eventuale daltonismo,   sordità e ipoacusia. Altri tipi di accertamenti sono correlati alla verifica di tossicodipendenze, alcolismo o uso-abuso di farmaci (psicofarmaci, sostanze psicotrope, anabolizzanti ecc…). Tutte queste “cattive compagnie artificiali” portano svariate conseguenze negative come sonnolenza, abbassamento dei riflessi, riduzione della soglia d’attenzione e scarsa coordinazione dei movimenti. A queste bisogna aggiungere una serie di fattori che condizionano in modo deleterio la prestazione lavorativa; tremore alle mani, tachicardia ed elevata sudorazione sono solo alcune tra le più comuni.